Contare i passi prima di raggiungere la meta, contare le ore che ci separano da un appuntamento, contare gli amici di cui ci si possa fidare… O semplicemente prendere un metro in mano e misurare le distanze del mondo! La distanza tra il marciapiede ed il mio piede, tra il clochard che sta dormendo e la ruota della macchina parcheggiata, tra la borsa e la cintura in pendant che si intravedono in una vetrina…
pazzia? Assolutamente no!
E’ una scelta di riferimenti fuori dall’ordinario. “Scusi, quanto manca all’arrivo della 90?” Banale domanda alla quale sicuramente le persone alla fermata del tram ti sanno dare risposta. “Scusi, mi sa dire la distanza tra me ed il pacchetto di lucky strike buttato a terra?” Questa è una domanda alla quale, se non venite presi per folli, non è facile trovare risposta.
E mi ci metto anch’io! Fino a qualche mese fa, l’unica misura certa era quella dei miei tacchi!!!E’ stato come vivere le avventure di Alice nel paese delle meraviglie, un viaggio attraverso le vie della vecchia Milano in una dimensione alterata semplicemente dalle risate per la buona compagnia e dalla voglia di scoprire nuove misure!!!
Così, tra il mimare il simpatico omino verde e rosso dei semafori pedonali e la presa di coscienza di quanto sia la distanza tra il mio gomito ed il naso, mi sono ritrovata di fronte ad una porta che per fortuna non era proprio come quella descritta da Lewis Carroll, ed è bastato aprirla una volta soltanto, anzi due per la precisione, per rimanere travolta dalla musica, dalle parole cantate e soprattutto interpretate…
Foto: Memotions
Così, tra il mimare il simpatico omino verde e rosso dei semafori pedonali e la presa di coscienza di quanto sia la distanza tra il mio gomito ed il naso, mi sono ritrovata di fronte ad una porta che per fortuna non era proprio come quella descritta da Lewis Carroll, ed è bastato aprirla una volta soltanto, anzi due per la precisione, per rimanere travolta dalla musica, dalle parole cantate e soprattutto interpretate…
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