lunedì 25 dicembre 2006

Elogio dei Cinici

Sono indolenti,
Intolleranti al cattivo gusto, polemici su tutto.
Incuranti della velocità con cui le loro lingue demoliscono
Le mediocri certezze altrui
Ne vogliono vedere costruite di nuove, di meravigliose.

Guardatevi da loro se li vedete silenziosi,
Stanno radiografando la vostra anima
Per poi vomitarvela addosso,
E far si che siate certi di possederne ancora una.

Millesimano le miserie umane,
Con il sopracciglio sempre alzato e
Supponente, di chi è già pronto a ribattere.
Le degustano col palato fine della loro intelligenza,
Per poi risputarle
Rivedute e corrette,
Dall’inappellabile matita rossa e blu
Del loro idealismo estremo.

Odiano le coscienze lisce,
Le oltraggiano.
Le scuotono.
Le shackerano col ghiaccio dei loro commenti,
Per farne cocktails con cui poi si ubriacano

Puntigliosi
Fino all’eccesso
Fino ad essere detestabili.
Mettono a nudo le debolezze,
Costringono a reagire.
Ad essere più forti.

La loro acidissima eloquenza sogna di sgrassare
Il mondo dalle sue ipocrisie,
Di spogliarlo delle sue falsità.

Le loro labbra non sono mai caricate a salve,
Sputano veleni, sentenze e baci appasionati.
Proteggono un cuore di vetro soffiato con una corazza fatta di parole
La loro vita è una bolla di sapone, volatile e leggera,
Fatta di pensieri mutevoli e colorati
Che altrinenti scoppierebbe

Giudicateli pure, ci sono abituati,
Insultateli, e vi terranno testa,
Scagliategli contro addirittura il mondo
E si scanseranno di lato,
Ma non provate ad ignorarli
Perché è impossibile.

Giuseppe Alessandro Valerio

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